venerdì 24 agosto 2012

Monte Sillara (1861)


La montagna più alta della provincia di Parma, e una delle più affascinanti: il dirupo più verticale di tutti verso la Lunigiana, il pendio più dolce verso la val Cedra: ha un volto diverso da dovunque la si guardi. Arrivare quassù richiede più fatica rispetto ad altre cime più battute; i percorsi possibili sono diversi, tutti sorprendenti; e lo scorcio finale sui due Laghi Gemelli e il crinale ripaga di ogni sforzo.

Escursioni:
Anello Lagoni-Sillara per la Sella di Rocca Pianaccia e del Paitino

Da Prato Spilla al Sillara: grande anello dei 9 laghi

mercoledì 8 agosto 2012

Da Prato Spilla al Sillara, grande anello dei 9 laghi

Punto di partenza: Prato Spilla (1320)
Punto più elevato: Monte Sillara (1861)
Dislivello in salita: 950
Tempo totale di percorrenza: 7 ore
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Discreta, in alcuni tratti assente
Punti d'appoggio: Rifugio Prato Spilla (1320) alla partenza

Itinerario
Per quanto mi riguarda, l'escursione più bella e completa fra quelle affrontabili in giornata (da un buon camminatore) sull'Appennino parmense, e forse non solo qui. Il vecchio nome del Parco Regionale dei Cento Laghi si chiarisce in questo itinerario, dove i laghi toccati o visti da poco lontano sono ben 9; ma è l'ambiente in generale ad essere straordinario, pieno di tracce degli antichi ghiacciai.

Sopra il lago Ballano
Da Prato Spilla, dietro al rifugio, si imbocca il 707 verso il Lago Ballano, per poi voltare a sinistra sul 707a diretto al Lago Verde (1; il primo dei due laghi si osserva dall'alto, grazie a un paio di "finestre" lungo la salita fra i faggi; il secondo invece si può ammirare da vicino, dopo una breve discesa. Peccato soltanto di essere accolti dalla vecchia e decadente diga; struttura che si rivela anche inutile, dal momento che il nostro sentiero (il 711) passa proprio fra la vecchia muraglia e le sponde del lago, distanti almeno 50 metri!

Il Lago Verde
Lasciandosi alle spalle il Lago Verde e l'agile monte Torricella che lo sovrasta, si attraversa una piccola torbiera per poi proseguire in costa: un paio di erti canali attraversano il sentiero offrendo una bella vista sull'alta valle del Cedra. Un tratto in discesa riporta nel pieno del bosco, in prossimità del Rio Frasconi; non lontano si trova un laghetto con lo stesso nome, nascosto appunto fra le frasche.

Torbiera fiorita sopra il lago Verde
Si attraversa il torrentello ignorando il 709, per poi voltare a sinistra sempre sul 711, in direzione dei Lagoni. La salita si fa ora decisa, concedendo qualche scorcio su Rocca Pianaccia: raggiunta la sua sella, a quota 1712, si spalanca agli occhi il grande vallone nord-ovest del Sillara (vedi questo itinerario, anche per l'eventualità di tagliare da qui ai Laghi Gemelli).
 
Roccia montonata con i caratteristici buchi rotondi dell'antico ghiacciaio

Il sentiero monta sopra enormi pietre lisce, con i fori rotondi lasciati dall'antico ghiacciaio; vari ometti di pietra sopperiscono ai pochi segni in vernice. Terminata la traversata, si entra di nuovo nel bosco salendo ripidamente alla Sella di Rocca Pumacioletto (1612). Da qui si abbandona il 711 per prendere a sinistra il 737, altro sentiero selvaggio e poco battuto. Uno strappo deciso consente di guadagnare la vetta di Rocca Pumaciolo (1711): da qui in poi è uno spericolato (ma mai esposto) zig-zag attraverso le piccole guglie della dorsale fra val Parma e val Cedra, con vista sui Lagoni e il crinale principale; che si raggiunge alla Sella del Monte Paitino (1764), vero trionfo dell'arenaria.

Sopra la Sella del Paitino, vista verso Rocca Pumacioletto

Ci si avvicina ora al Sillara con lo 00, passando di fianco a un alto cilindro di pietre accatastate (un "omone"); dopo l'ultimo sforzo su terreno scosceso, sbuchiamo sul Sillara (1861) godendo della vista improvvisa sui due Laghi Gemelli: uno degli scorci più belli e celebri dell'Appennino.

Scendendo dal Sillara verso i laghi
A questo punto si presentano due possibilità.

1) Proseguire sullo 00 fino al Passo Giovarello e al Lago Martini: si guadagnano in tal modo due nuove cime (Losanna, 1840; e Bragalata, 1852), osservando dall'alto i laghi verso la val Cedra e il panorama sulla Lunigiana. Alla lunga però questo tratto di crinale diventa noioso, a mio giudizio, oltre ad essere spesso battuto dal vento.

I Laghi del Sillara visti dal monte Losanna

2) Scendere ai Laghi del Sillara e da qui raggiungere il lago Martini su sentieri evidenti ma poco segnati. E' la scelta che consiglio, in quanto il paesaggio attraversato è meraviglioso: ma attenzione, può diventare un inferno con la nebbia. Insomma, in ogni caso su di qui è meglio venirci con tempo stabile!

I laghi Compione
La traccia che scende ai Laghi Gemelli (1731) si distacca dallo 00 prima che inizi la salita verso il Losanna. Costeggiati i due laghi, si incontra un cartello, e seguendo l'unico sentiero segnato, dopo una discesa si incontra il lago Compione (1674). Si ignora il 709 che torna sul crinale al passo Compione, e si tiene il lago alla propria destra, procedendo su una traccia evidente che poi volge a sinistra, attraversando un ruscello e puntando a una forcelletta posta su una dorsale minore, che si stacca dal monte Bragalata.

Il Lago Verde dall'alto
Raggiunto il piccolo valico (1750 ca), vicino ad alte rocce a strapiombo sul Lago Verde, si volge leggermente a destra, puntando il Lago Martini. Si attraversa ora una nuova splendida vallata, dominata dal monte Torricella; in caso di confusione, si può raggiungere brevemente il sentiero di crinale, salendo a sinistra.

Avvicinandosi al Lago Martini

Il Lago Martini è il più piccolo dell'Appennino parmense, (vedi classifica), e anche il più vicino al crinale; ospita bisce d'acqua e tritoni. Poco dopo il lago, sul grosso sentiero che dal lago Verde sale al passo Giovarello, si trova un bivio mal segnalato con il 705, che torna a Prato Spilla. Montando nuove rocce levigate, seguendo nuovi ometti, si supera una sella sotto il monte Torricella per poi scendere decisamente nel bosco fino alle piste di Prato Spilla, ma non prima di avere costeggiato una bellissima torbiera presso lo skilift Biancani.


Lago Martini quasi secco (salvate i tritoni!)

Tutto attorno alla riserva del Pradaccio, anello dai Cancelli


Punto di partenza: Cancelli di Lagdei (1286)
Punto più elevato: Monte Roccabiasca (1727)
Dislivello in salita: 800
Tempo totale di percorrenza: 5,30 h
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Buona
Punti d'appoggio: Rifugio Mariotti al Lago Santo (1501), Capanne del Badignana, fontane vicino ad entrambi
Accesso stradale: Lasciare l'auto nell'ampio parcheggio dove finisce l'asfalto, al bivio fra Lagdei e Lagoni

Itinerario
La Riserva naturale del Pradaccio occupa una vallata quasi del tutto interdetta agli escursionisti, con al centro il bel lago del Pradaccio; questo percorso piuttosto faticoso compie un ampio giro intorno ad esso, raggiungendo in un punto il crinale e toccando l'agile vetta di Roccabiasca. E' notevole anche se affrontato in senso opposto.

I precipizi di Roccabisca visti da sud

Dai Cancelli si percorre per circa 2 km a piedi la sterrata in direzione dei Lagoni, costeggiando le recinzioni della Riserva fino al bivio col 721 per Roccabiasca (1727). Si sale ripidi nel bosco fino a sbucare sui pratoni sommitali, dove ad un bivio si tiene la destra verso la vetta: sormontata da una piccola croce, offre ai tre lati vertiginosi burroni, sulle valli del Badignana e del Pradaccio, oltre ad una vista completa sul crinale.

La est di Roccabiasca, vista da sopra il Badignana


Si torna dunque per forza indietro fino al bivio per il Badignana, e dopo una ripida discesa si raggiungono le omonime Capanne (1484); conviene rilassarsi un attimo nello splendido pianoro erboso, punteggiato da pietre enormi, dove sorge il ramo principale del torrente Parma. Si riprende dunque a salire con il 719, e all'uscita dal bosco si presenta il possente spigolo sud di Roccabiasca: avvicinandosi man mano al crinale, lo scorcio sulle creste rocciose della montagna raggiunta poco prima si fa sempre più sensazionale.



Al passo delle Guadine (1680) è possibile affacciarsi sulla Lunigiana; a questo punto, se si vuole restare per un tratto sul crinale, si può salire sul vicino Monte Aquila (1775) fino al bivio col 719b; oppure si rimane sul 719, a diretto contatto con la Riserva del Pradaccio.


Roccabiasca da ovest, sopra la valle del Pradaccio
Raggiunto il Lago Santo, se non si vuole passare dal Mariotti, è possibile tagliare con una semplice traccia attraverso la pietraia, fino al sentiero 723a per Lagdei; dopo una breve salita si volta a destra sul 723b in direzione dei Cancelli, che sfiora la vetta dello Sterpara per poi scendere ripido nel bosco fino alla strada.

Il crinale del monte Brusa e la valle del Badignana

Punto di partenza: Lagoni (1340)
Punto più elevato: Monte Brusa (1795)
Dislivello in salita: 550
Tempo totale di percorrenza: 3,30 ore
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Ottima
Punti d'appoggio: Rifugio Lagoni (1340); bivacco Capanne del Badignana, con vicino fontana; acqua anche alla Fontana del Vescovo.

Itinerario
Bella escursione
nella zona centrale dell'Appennino Parma-est, che unisce un tratto panoramico e aereo di crinale alle meravigliose zone moreniche sottostanti. Dai Lagoni si sale con il 715 fino al bivio col 711, che si imbocca a destra salendo in un attimo al piccolo Lago Scuro (1527).
Si raggiunge in salita il Passo del Fugicchia (1665), dove sorprende lo scorcio sulla parete affilata del Monte Scala (1715); restando sul 715, si scende nella splendida valle del Badignana.

 
 
Poco dopo la fontana del Vescovo si incontra un bivio: occorre salire col 715a verso il Passo del Badignana, ma consiglio di scendere un poco col 715 verso le capanne per ammirare la Piana della Antiche Pietre, raggruppate ordinatamente dai pastori per trasformare in pascoli questi prati.
Tornati poi al bivio e dunque al passo, comincia un lungo tratto di crinale, l'unico fra Orsaro e Malpasso in cui la faggeta si affaccia verso il mare. In leggerissima salita, con alcuni passaggi un po' esposti, si guadagna lentamente la cima del Brusa.


Al vicino Passo delle Guadine (1680) abbandoniamo lo 00 di crinale per passare sul 719 in direzione del Badignana; la vista su Roccabiasca e la valle del Pradaccio è sorprendente. Dopo una ripida discesa nel bosco si torna all'aria aperta nell'amena piana delle Capanne del Badignana. Per rientrare ai Lagoni si segue la strada sterrata: al rettilineo prima della sbarra si può tagliare dai boschi a destra; non fatevi troppi problemi, qui passano più i fungaioli che escursionisti!

L'alta valle del Badignana

 

domenica 5 agosto 2012

Cima Canuti, Malpasso, Lago Verdarolo, Scuro e Palo da Prato Spilla

Punto di partenza: Prato Spilla (1320)
Punto più elevato: Cima Canuti (1744)
Dislivello in salita: 350
Tempo totale di percorrenza: 3 h
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Buona
Punti d'appoggio: Rifugio Prato Spilla (1320) alla partenza

Itinerario
Breve ma intensa escursione nella zona più orientale del crinale parmense, ormai vicino al Lagastrello. Il sentiero 703 parte all'inizio del piazzale di Prato Spilla, e in mezzora scarsa raggiunge il Lago Verdarolo (1388), che appare in effetti verde a seconda dell'incidenza della luce. Mantenendo il 703 si raggiunge in un attimo il Lago Scuro di Monchio, anch'esso circondato dal bosco. Sul fondo sono presenti fossili di abete bianco, visibili nelle stagioni più secche quando il lago si asciuga.


Da qui in poi il sentiero, sempre stando nei faggi, diventa ripido sino al bivio per il lago Squincio, e ripidissimo da qui al crinale: ci si sbuca di colpo, uscendo dal bosco: davvero sorprendente! La vista si amplia mano a mano che saliamo con lo 00 verso il monte Malpasso (1716), l'ultima cima prima del Lagastrello (il cui nome antico era proprio Malpasso): sotto il naso il grande Lago Paduli, davanti le Apuane e il mare, dietro la colossale Alpe di Succiso.

I boschi del Lagastrello, monte Acuto e Alpe di Succiso
Comincia ora un tratto spettacolare del crinale, con tante piccole cime rocciose che si susseguono; superato il bivio col 703 (che prenderemo dopo) si prosegue verso il monte Bocco superando con attenzione qualche facile salto roccioso non troppo esposto; questo tratto è molto soggetto al vento!


Il tratto di crinale con Cime Canuti e Malpasso
Passate le due o tre vette di Cima Canuti (1744), si sale infine su "Cima Pitturina" (1740), dove si può scendere in un attimo a Foce Branciola, sopra l'arrivo della seggiovia, a mezzora circa (seguendo la pista da sci) da Prato Spilla; consiglio però, se si ha tempo, di tornare sui propri passi fino al bivio col 703. Dopo una ripida discesa di fianco a un severo burrone si raggiunge il rotondissimo lago Palo, già ammirato in tutto il tratto sul crinale: un posto meraviglioso e pieno di pace, in cui vale la pena sostare; un breve sentiero nel bosco rientra a Prato Spilla.

Tronco di Abete bianco nel Lago Scuro asciutto

Cima Canuti (1730)


Le due o tre vette gemelle di Cima Canuti sono (insieme al Malpasso) le ultime elevazioni prima del Passo del Lagastrello, dove inizia l'Appennino Reggiano. Si distinguono dai rilievi vicini per la loro forma sottile e slanciata, che lascia emergere pinnacoli rocciosi. Malgrado la vicinanza con la stazione turistica di Prato Spilla, questa zona è fra le meno frequentate del crinale parmense.

Escursioni
Cima Canuti, Malpasso, Lago Verdarolo, Scuro e Palo da Prato Spilla