domenica 23 settembre 2012

Monte Orsaro (1830)


Primo "1800" dell'Appennino che si incontra venendo da Nord, fa sentire tutta la sua importanza incombendo sull'alta valle del Magra con strapiombi e forre. In modo un po' meno rude, domina anche la vicina conca di Lagdei. Assolutamente da abbinare col vicino Marmagna, di cui è come il fratello selvaggio. In cima si trova una strana, magrissima Madonna di bronzo, opera d'arte contemporanea di un locale.


Escursioni:
Monti Marmagna e Orsaro da Lagdei

I lati oscuri dell'Orsaro, anello dal passo del Cirone

sabato 15 settembre 2012

Alpe di Succiso, regina degli Appennini

Cosa significa Alpe di Succiso?
Altezza e grandezza, imponenza e prominenza, fatica e fi...aba: fiabesca la conca delle sorgenti del Secchia, coltelli nel cielo le rocce del passo di Pietratagliata, spericolati toboga i canalini – qui chiamati “schiocchi” - che solcano i fianchi dell'Alpe come se fosse un gigantesco tozzo pandoro, dove lo zucchero a velo rimane fino ad estate inoltrata.

Cima dell'Alpe di Succiso, 2017 metri



Monte Alto (1904)



Un vicino ingombrante come il Succiso non intacca il fascino e il prestigio del primo 1900 lungo il crinale. Tre lunghe creste affilate si congiungono qui, impennandosi nel punto preciso di confine fra i bacini di Secchia, Enza e Magra. Sulla stretta cima dell'Alto si incontrano anche difficili sentieri attrezzati e vere e proprie ferrate, nel cuore di una delle zone appenniniche dal sapore più alpino.

Escursioni:
Alpe di Succiso, monte Alto e Sorgenti del Secchia dal Passo del Cerreto

Alpe di Succiso (2017)


Un nome, una montagna, un'Alpe che incute rispetto e riverenza; le eleganti vette parmensi diventano piccole piccole appena si erge questo colosso: il 2000 più a nord dell'Appennino, nonché uno dei più selvaggi e in parte insidiosi. Soltanto lunghe camminate, attraverso angoli di paradiso, permettono di guadagnare la cima, circondati da un panorama immenso, specialmente verso nord.



Escursioni
Alpe di Succiso, monte Alto e Sorgenti del Secchia dal Passo del Cerreto

Lotta con l'Alpe? Grande anello da Succiso sulle tracce del Barbarossa

Alpe di Succiso, Monte Alto e Sorgenti del Secchia dal Cerreto

Punto di partenza: Passo del Cerreto (1261)
Punto più elevato: Alpe di Succiso (2017)
Dislivello in salita: 800
Tempo totale di percorrenza: 5 ore
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Buona
Punti d'appoggio: Rifugi e bar alla partenza
Note: Se si sale sul Monte Alto (1904) dalla cresta dall'Ospedalaccio, la difficoltà diventa EE, con circa 200 metri di dislivello in più, e un aumento di 1,30/2 ore delle tempistiche. Lo stesso vale salendo dal Passo Pietratagliata (salvo la difficoltà che resta E).

Itinerario
Dopo il Passo del Lagastrello, l'Appennino spara una delle sue cartucce migliori: l'Alpe di Succiso. Ci sono vari itinerari che la raggiungono, tutti bellissimi e mediamente impegnativi; questo è uno dei più dolci (non considerando ovviamente la variante del monte Alto). Dal Passo del Cerreto, dietro il bar-ristorante, si imbocca lo 00 e stando pressoché in piano si raggiunge il passo dell'Ospedalaccio (1271).

Praterie presso l'Ospedalaccio, con dietro il monte Alto

Qui finisce bruscamente la passeggiata. Si ignora il segnavia 677 e si prosegue sullo 00 in ripida salita, fino a un nuovo bivio: gli escursionisti più esperti possono qui restare sul crinale per affrontare la cresta sud del monte Alto, abbastanza impegnativa e con più tratti esposti; dalla vetta avranno modo di raggiungere l'Alpe per il passo di Pietratagliata (tratti facoltativi di via ferrata in cresta), affrontando il resto dell'itinerario in senso inverso. Ai semplici camminatori conviene invece voltare a destra sul 671, verso le Sorgenti del Secchia (1465).

Arrivo alle Sorgenti del Secchia
Dopo circa 45 minuti si raggiunge la meravigliosa piana delle sorgenti, circondata da creste e montagne imponenti. Attraversiamo il ruscello destinato a percorrere ben 172 km fino a sfociare nel Po, e imbocchiamo il sentiero 675, diretto alla Sella del Casarola. Si riprende a salire, attraversando un profondo canale (o "schiocco") che scende dall'Alpe di Succiso. Questa si presenta finalmente all'uscita del bosco: siamo in mezzo al suo grandioso versante est, probabilmente il più dolce, solcato da diversi schiocchi.

Vallone est del Succiso: la cima è il "naso" di rocce centrale a sinistra

La salita si fa ora pesante, tutta al sole, fino alla Sella del Casarola (1945). Qui ormai il grosso è fatto: il facile sentiero di cresta (segnavia 671) conduce a destra sul vicino monte Casarola (1979), mentre a sinistra raggiunge in 15 minuti circa l'ampia vetta dell'Alpe di Succiso, da cui il panorama è semplicemente immenso. A ovest, verso la valle dell'Enza, scendono valloni selvaggi, sterminati; a sud invece sfilano aguzzi i Groppi di Camporaghena, che sembrano quasi rivaleggiare con le Alpi Apuane, in secondo piano.

Gregge di capre e Groppi di Camporaghena
 
Si prosegue in cresta in ripida discesa, aggirando sulla sua sinistra uno sperone attrezzato con il cavo, fino al Passo di Pietra Tagliata (1756), autentica spaccatura in mezzo alla cresta affilata che collega l'Alpe con il monte Alto. Quest'ultimo può essere raggiunto sia in circa 45 minuti sia con la ferrata sia con un sentiero (673), il quale si imbocca scendendo qualche metro verso i Ghiaccioni; alcuni tratti richiedono attenzione con il terreno bagnato. Dalla cima il panorama completa degnamente quello goduto dall'Alpe, che appare come un enorme trapezio.

L'Alpe di Succiso da sud
Tornati al passo si scende con dei tornantelli fino alle sorgenti del Secchia, dove come variante rispetto all'andata si può percorrere il 675, leggermente più lungo, che si ricongiunge allo 00 presso il Passo dell'Ospedalaccio (prendere a destra la carraia, segnavia 677). La "passeggiata" dell'andata riaccompagna al Cerreto.

Il cane e le capre in cima

martedì 11 settembre 2012

Corno alle Scale (1945)



Se pensassimo all'Appennino tosco-emiliano come a una sinfonia, allora il Corno sarebbe il gran finale. Dolcissimo nel versante nord-ovest, precipita verso sud-est con una parete colossale: bisogna scendere almeno fino ai monti Sibillini per ritrovare qualcosa di simile! Solo in parte alterato dagli impianti di risalita, il Corno è una cima di grande fascino, per escursionisti ma anche alpinisti.

domenica 9 settembre 2012

Monte Rondinaio (1964)



 
Montagna elegantissima, con due imponenti pareti verso la Garfagnana e la valle delle Tagliole. Dalla cima, facile da raggiungere anche in inverno, si scorgono ben quattro laghi, che col mutare delle condizioni di luce appaiono con colori diversi. L'altezza notevole e la posizione defilata verso sud rispetto al resto del crinale, garantiscono una vista eccezionale, soprattutto sulla Toscana.

Escursioni
Monte Giovo e Rondinaio: anello dal Lago Santo per Altaretto e Porticciola


Monte Rondinaio: anello dei laghi Turchino, Torbido e Baccio

sabato 8 settembre 2012

Monte Matto (1837)


Cima vicina ai Lagoni, dunque abbastanza frequentata, offre un bel panorama sulla Lunigiana, verso cui (caso raro) dà vita a un ex ghiacciaio e ad una cima succursale (il Nagutto): salgono da lì sentieri impervi e poco battuti. Si presenta come un panettone più roccioso ed esposto rispetto alle altre cime lungo crinale, e offre uno scorcio d'eccezione sull'agile parete sud del vicino monte Scala.

Escursioni:
Anello dei Lagoni, Lago Scuro, Monte Matto e zone umide

Anello dei Lagoni, Lago Scuro, Monte Matto e zone umide


Punto di partenza: Lagoni (1340)
Punto più elevato: Monte Matto (1837)
Dislivello in salita: 500
Tempo totale di percorrenza: 2,45 ore
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Buona
Punti d'appoggio: Rifugio Lagoni (1340) alla partenza; Bivacco Capanna del Lago scuro (con fontana)

Itinerario
Fra le escursioni "brevi" sull'Appennino parmense, questa è a mio giudizio la più completa e gratificante. Sconsiglio di percorrerla in senso opposto, almeno quando fa caldo: la salita della Buca della Neve, tutta sui sassi, non è piacevole sotto il sole estivo!
Dai Lagoni dunque si raggiunge il Lago Scuro (1527) coi sentieri 711 e 715; saliti al Passo di Fugicchia (1665) si prende a sinistra il 717 che sale sui prati raggiungendo velocemente il Lago del Bicchiere (1724): spesso prosciugato in estate, è uno dei laghi più alti e piccoli del Parco Nazionale (vedi la classifica).

Lago Scuro con riflesso il monte Scala
A questo punto si segue la traccia evidente alla destra del lago, che sale obliqua verso il crinale raggiungendo la Sella alla destra del monte Matto; preso lo 00 a sinistra, la cima, a 1837 metri, si raggiunge con un ultimo strappo: notevole il panorama sulle Apuane, il mare e gli abissi del crinale a sud-est sopra le valli lunigiane.


Si segue ora lo 00 verso il Sillara, per uno dei tratti più spettacolari del crinale: aguzzi denti di roccia (i "Paitini") costringono presto il sentiero a spostarsi sul versante emiliano presso il bivio col 713; consigliatissimo qui fare altri due passi lungo lo 00 fino alla Forcella del Paitino, dove ci si affaccia sulla val Cedra.
I Paitini

Si torna dunque indietro per scendere col 713 verso i Lagoni; dopo la Buca della Neve, una caverna dove la neve rimane perennemente, l'ambiente si fa sempre più aspro e roccioso: la ripida discesa alla Capanna del lago Scuro si sviluppa su una pietraia colossale, dove troviamo due nuove falesie attrezzate: i Lupi Mortacci  e il Canyon.
Discesa verso le Capanne del Lago Scuro, dietro il Monte Scala

Raggiunta al capanna/bivacco col fontanone, si gira a destra col 711 (indicazioni per Prato Spilla/Lago Verde); si attraversa una splendida piana con enormi massi, ruscelli e zone umide, sorvegliata dalla parete di Rocca Pumacioletto. Ai due bivi successivi si tiene sempre la sinistra, e percorrendo il 711a, ormai nel bosco e con qualche sali-scendi, si rientra ai Lagoni.

Zone umide sotto Rocca Pumacioletto