lunedì 9 settembre 2013

Bocchette Alte, sospesi su un abisso di nuvole, giorno I: sentieri Benini e Dallagiacoma

Alla fine del giro i ricordi si riaffacciano confusi ma suggestivi, come guglie dolomitiche avvolte da una nebbia persistente che fatica a diradarsi. Le Bocchette, vie ferrate per eccellenza: furono costruite a partire dagli anni '30 per collegare fra loro le forcelle (bocchette appunto) sulla dorsale principale del gruppo dolomitico, vincendo pareti fino ad allora riservate agli alpinisti.

Sentiero Benini

 
Non si tratta però di vie di arrampicata fiancheggiate dal cavo, bensì di puri sentieri di ferro: percorsi squisitamente logici, che si mantengono a una rispettosa distanza dalle cime, sfruttano lunghe cenge, cavalcano creste, superano i tratti più verticali con l'aiuto di ardite scale. Per questo non risultano difficili tecnicamente, pur richiedendo assenza assoluta di vertigini.

Ferrata Detassis: essenziale fidarsi della propria attrezzatura!

Le Bocchette del Brenta, divise in alte e centrali, sono considerate fra le più belle vie d'alta quota di tutte le Alpi. Ciò che le rende famose e molto frequentate sono i grandiosi panorami dolomitici che offrono, ma che purtroppo questo weekend, nella gita sociale del Cai di Parma, abbiamo potuto apprezzare solo in minima parte.

Cengia Garbari

 Per buona parte del percorso infatti siamo rimasti circondati dalla nebbia, vedendo a malapena a pochi passi davanti a noi; l'esperienza è stata comunque affascinante, siccome sembrava di camminare sospesi sul nulla; e chi soffriva di vertigini ha avuto una magra consolazione!


Dopo un lungo viaggio in pullman, raggiungiamo Campo Carlo Magno, e con la cabinovia raggiungiamo in 20 minuti il passo del Grostè (2442).



Il tempo è ancora abbastanza sereno, e ci incamminiamo attraverso un affascinante altopiano carsico, verso l'inizio del sentiero attrezzato Benini (305): si tratta del tratto più settentrionale della via delle Bocchette, l'ultimo ad essere costruito (negli anni '70).


Si seguono in salita ampie cenge poco esposte, per poi affrontare un tratto leggermente più tecnico su roccette verticali in discesa.

Sentiero Bennini e Cima del Grostè

Dal punto più alto del sentiero (circa 2900) compiamo una breve deviazione sulla cima Falkner (2989), con tratti di I-II grado. Purtroppo la vetta è avvolta dalla nebbia, e non vediamo nulla!



Il sentiero Benini termina ai piedi del campanile di Cima Sella, le nuvole si aprono e vediamo la conca glaciale con in fondo il rifugio Tuckett (2272), la nostra meta.


Per raggiungerlo percorriamo il sentiero attrezzato Dallagiacoma (315), con qualche tratto da non sottovalutare.

 
 Al rifugio ceniamo bene, serviti da cameriere belle e veloci; la notte la passiamo nella struttura vicina, in camere comode e ben arredate.

Punto di partenza: Passo del Grosté (2442)
Punto di arrivo: Rifugio Tuckett (2282)
Punto più elevato: Cima Falkner (2989)
Dislivello in salita: 600
Dislivello in discesa: 800
Tempo totale di percorrenza: 5 ore
Grado di difficoltà: EEA
Segnaletica: Buona
Punti d'appoggio: Nessuno


Continua...







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