martedì 21 luglio 2015

Anello per val Miller e Baitone via passo Cristallo con salita a cima Plem

Benvenuti alla seconda puntata di Casa Adamello: lo scorso autunno vi avevo presentato Cornone di Blumone (2843), il cugino rinnegato dalla famiglia in quanto compromesso con lo spaccio di neve a Brescia; oggi invece andiamo a conoscere una delle figliole predilette: Cima Plem (3182). La sua cameretta è sistemata a cavallo delle valli Baitone, Miller e Avio, e la giovane passa le giornate ammirando i ben 16 laghi e laghetti attorno a lei - volete i nomi? bene ve li elenco: Avio (2), Benedetto, Venerocolo, Pantano dell'Avio, Miller (3), Baitone, Rotondo, Bianco, Verde, Premassone, Lungo, Laghi Gelati (2) - e si incanta nel guardare i muscoli della robusta, vicinissima schiena di papà Adamello. In secondo piano, la madre le dedica giusto qualche occhiata distratta, come a una figlioletta viziata e con troppe pretese.

Monte Adamello

Cima Plem appare altissima e inespugnabile dal rifugio Tonolini in val Baitone, mentre dal versante dello Gnutti - percorso dalla via normale - presenta pendenze minori. Si tratta di una meta molto frequentata, per la facilità dell'accesso, la grandiosità dei panorami e i vari rifugi vicini. Il mio consiglio è di percorrere un giro ad anello, affrontando in salita l'unico tratto un po' scabroso: la paretina attrezzata con catene sotto il Passo Cristallo, versante val Baitone. Da qualunque versante la si prenda, l'escursione supera un dislivello marcato, e richiede un po' di allenamento per essere affrontata in giornata.

Ambiente della salita a Cima Plem

Data uscita: 4 Luglio 2015
Punto di partenza: Ponte del Guat (1600)
Punto più elevato: Cima Plem (3182)
Dislivello in salita: 1600
Tempo totale di percorrenza: 9 - 10 ore
Grado di difficoltà: EE / F
Punti d'appoggio: Rifugi Premassone, Baitone, Tonolini, Gnutti
Periodo consigliato: Estate e autunno
Note segnaletica: Ottima. A bolli rossi abbondanti sulla via normale alla vetta dal Passo Cristallo.
Accesso stradale: Risalire la val Camonica fino a Malonno, dove al semaforo nel rettilineo si stacca a destra la stradina che risale la val Malga, a tratti molto stretta e tortuosa (piazzole per il passaggio di due auto). Seguire le indicazioni per i rifugi fino al parcheggio di Ponte del Guat. Si può anche proseguire su buono sterrato fino alla vicina malga Premassone (parcheggio a pagamento).

Lago Rotondo, presso il rifugio Tonolini

La voglia di tremila può portare a scelte sconsiderate. Parto da Parma venerdì pomeriggio tardi, raccattando le provviste che ho per mano, tenda, sacco a pelo, coperta, scarponi e tutto il necessario, e finalmente mi butto attraverso le caldissime strade della Bassa verso le Alpi. Il cielo è scuro di nubi minacciose pronte a passare ai fatti. Al lago d'Iseo piove, ma dopo l'ennesima galleria si scorge un bagliore con in mezzo l'Adamello... su fa bello e già pregusto la tenda piazzata sull'erbetta comoda!

Bivacco Panda
Ma ecco che la statale è bloccata dal traffico... un incidente fra due camion, verrò a sapere. Non sopporto stare fermo in coda, quindi punto alla vecchia strada che passa da Boario Terme; ma in tanti hanno la mia stessa idea, così mentre passa il tempo fra un semaforo e l'altro il bagliore attorno all'Adamello si va spegnendo.

Fa ormai buio pesto quando imbocco la stradina interminabile che risale la val Malga, tutta nel bosco, avvolta in un'atmosfera fatata. Mi fermo al parcheggio di Ponte del Guat, per terra c'è bagnato e non ho voglia di piazzare la tenda al buio; così arrangio alla meno peggio la Panda per poterci dormire dentro.

Dopo non so quanti cambi di posizione, mentre comincia a catturarmi qualcosa di simile al sonno, verso le 4 una luce divina si irradia nella Panda: sono gli escursionisti mattutini diretti al ghiacciaio, o forse a uno dei frequentatissimi bivacchi che lo circondano, da raggiungere con ampio anticipo per tenerlo occupato la sera seguente!

Colazione da signori
Arrivano un altro paio di auto, le luci, le voci, il sonno che non torna più, la smania di partire... avevo piazzato la sveglia alle 5.30 ma poco dopo le 5 decido di porre fine a questa tortura. Colazione di lusso con tè ancora caldo dal pomeriggio di ieri nel thermos, biscotti, lavata di denti e faccia nel torrente, poi tutto il non occorrente per l'escursione chiuso in macchina e via che si parte.

Mi rifornisco di acqua alla vicina Malga Premassone (1650), dove i gestori sono già all'opera con le bestie, e poco dopo salgo a sinistra lungo il sentiero 13 diretto al rifugio Baitone (2218). L'aria della mattina è gradevole, meglio levarsi la salita intanto che c'è ombra. Presto appare la diga del Baitone, con il rifugio in posizione dominante. Dietro sbuca un altissimo pilastro in controluce: subito penso sia il Corno Miller, poi invece verrò a sapere che è proprio Cima Plem.

Inizia la lunga giornata!

Mi fermo per un caffè, e la simpatica rifugista mi racconta che nel maggio 2014 avevano dovuto crearsi un varco nella neve con la motosega per entrare; mentre quest'anno le nevicate sono state di gran lunga inferiori. Il livello bassissimo del lago, con le sponde bianche a vista, ne è una inquietante dimostrazione. Meglio andare sull'Adamello prima che sia troppo tardi! Ma per oggi pensiamo alla Plem.

Lago Baitone

Riparto costeggiando il lago sulla destra, ormai il sole illumina buona parte dell'ampia e verdeggiante val Baitone.

Alta val Baitone

Su un dosso compare il rifugio Tonolini (2450) che raggiungo abbastanza in fretta con giusto un tratto un po' ripido nel finale.

Rifugio Tonolini

Ora passo sul sentiero 1, costeggio il piccolo Lago Rotondo e le sue acque cristalline riflettono la mia meta.

Lago Rotondo e Cima Plem

Cima Plem appare veramente imponente da qui, con il sole giusto dietro che rende ancora più scure le pareti e guglie di granito.

Versante nord di cima Plem

Una sterminata pietraia mi separa dalla montagna, e il sentiero la percorre cercando i punti migliori. Superato il Lago Bianco, abbandono il sentiero 1 diretto al Passo di Premassone e imbocco verso destra il sentiero 31, che traversa in direzione del Passo di Cristallo.

Corno del Cristallo

Superato uno pseudo-nevaio in fondo a un canale - nonostante l'esposizione a nord siamo davvero scarsi quest'anno - comincia la salita cattiva e il tratto attrezzato con catene. Si sale per 20-30 metri superando una paretina abbastanza facile ma comunque verticale ed esposta, poi il sentiero si fa più semplice ma sempre aereo, in un ambiente severissimo, e dopo un ultima breve catena raggiungo l'intaglio del Passo del Cristallo (2889).

Presso il passo Cristallo

Finalmente l'Adamello! La giornata è magnifica, si scorgono tutte le cime della cresta principale verso sud, una lingua del Pian di Neve, il vastissimo e uniforme pendio di erba e rocce che scende verso la val Miller.

Guardando verso la pianura

Una scritta rossa sulla roccia indica l'inizio della via normale a Cima Plem, segnata con bolli rossi: per tutta la prima parte seguo le pietraie ai piedi della cresta, sul versante sud-est, più facile ma faticoso e in pieno sole.

Inizio via normale

Sto facendo fatica, e decido di lasciare lo zaino giù come hanno fatto altri saliti prima di me; un ripido strappo mi porta a una panoramica forcella affacciata sulla val Baitone, di cui si contano tutti i laghi.

Il Corno Baitone e i suoi laghi

Da qui in poi il sentiero si fa leggermente più impegnativo, superando prima un canaletto (passaggi di I) poi alcune placche, con ottima aderenza ma pericolose se bagnate.

Ambiente via normale a Cima Plem

Un ultimo tratto sulle rocce rotte di cresta mi porta alla cima, con una piccola campana e un colpo d'occhio straordinario sull'Adamello, di cui ora vedo anche il versante che domina la valle d'Avio, con la sua scarna vedretta. In secondo piano Presanella, Gruppo dell'Ortles, brandelli di Orobie e Bernina nella foschia.

In vetta!

La discesa è agevole, ma stupidamente passo di fianco allo zaino senza vederlo... il paesaggio sempre simile mi inganna, e pensando di essere prima di una qualsiasi forcella mi ritrovo al Passo Cristallo!

Verso nord, la valle di Avio

Sono costretto a tornare su, sulla pietraia scottante del mezzogiorno, setacciando la parete alla mia sinistra, aspettando di trovare dietro ogni angolo lo zaino... che alla fine per fortuna ricompare. Sbagliando si impara, meglio memorizzare bene il luogo del deposito dello zaino, meglio ancora tenerlo in spalla!

Cima Plem vista dalla val Miller

Dal Passo Cristallo mi attende la lunghissima discesa in val Miller, che segue enormi schiene di granito modellate dall'antica azione del ghiaccio.  Il fondo della valle non si vede, la sensazione è di cavalcare senza sosta verso la skyline di cime una più elegante dell'altra: il Corno e le Torri del Miller, con i loro spigoli rocciosi lunghissimi, il monte Adamello e il Pian di Neve che si affaccia quasi timido dietro l'omonimo passo da cui sale la ferrata Terzulli.

Passo Adamello

Quando finalmente la pendenza aumenta, compare la breve piana di fondovalle, sulla quale i ruscelli che scendono da vedrette e ghiacciaio formano numerose spettacolari anse. La discesa si fa più ripida, fino all'incrocio con il sentiero 23. Costeggiando il torrente Remulo, in parte su una condotta cementata dell'acqua, raggiungo in breve il piccolo rifugio Gnutti (2166), in riva al Lago Miller.

La val Miller dall'alto

Birra più che guadagnata e ottima torta, poi mi rimetto in cammino sullo stesso sentiero che continua a scendere dolcemente la splendida parte alta della valle. Ma il piacere dura poco... comincia infatti la famigerata Scala del Miller, sentiero ripido costruito in buona parte con massi di granito a mo' di gradini. Il percorso, non lontano dalle cascate del Remulo, è affascinante, ma ora alle 15 risulta simile a una fornace. Mi sorprendo di vedere varie persone anche di una certa età salire a quest'ora!

Skyline della val Miller

Terminata la Scala mi fiondo senza tanti preamboli nel fiume. Poco più giù incontro di nuovo il fattore di Malga Premassone, che ha portato le mucche nel bosco accompagnato dai cani... anche loro si concedono un bagnetto sotto il ponte, vittime di questo inizio di luglio bollente che non risparmia nemmeno l'Adamello. Circa alle 16 sono di nuovo all'auto, pronto per un rientro condizionato nell'ancor più cocente pianura.

A presto!

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