martedì 7 luglio 2015

Pisanino, anello per la Bagola Bianca sul tetto delle Apuane

Il Pisanino è la massima elevazione delle Apuane: non supera i 2000 metri, ma per imponenza, lunghezza e complessità delle vie d'accesso ha poco da invidiare a montagne ben più alte sulle Alpi. La sua caratteristica più originale sono i prati ripidissimi che ne formano buona parte dei versanti, intervallati da canali e placconate di roccia ora bianca ora marrone ora grigia. La salita della Bagola Bianca è faticosa, ma consente di percorrere un'escursione ad anello con tratti di cresta davvero impressionanti; è un percorso ai limiti dell'escursionismo, con tratti esposti, passaggi su roccia delicata, una discesa - quella sulla via normale - tutt'altro che banale. Lo spettacolo che regala questo gigante isolato impone una certa selezione!

Monte Pisanino

Data uscita: 6 Giugno 2015
Punto di partenza: Parcheggio campeggio Val Serenaia (1100)
Punto più elevato: Monte Pisanino (1945)
Dislivello in salita: 1000 circa
Tempo totale di percorrenza: 7-8 ore
Grado di difficoltà: EE / F+
Punti d'appoggio: Rifugio Val Serenaia e Donegani vicino alla partenza, rifugio Orto di Donna
Periodo consigliato: Primavera e autunno
Note segnaletica: Traccia non segnata sulla cresta della Bagola Bianca, via normale a bolli per la discesa dal Pisanino, buona Cai nel resto del percorso
Accesso stradale: Da Casola in Lunigiana seguire le indicazioni per Minucciano; superato il paese e una galleria, si stacca sulla destra la strada per la val Serenaia, asfaltata ma con molte buche e rischio caduta sassi. Seguirla fino a un secco tornante con parcheggio, dopo il rifugio val Serenaia e prima del Donegani.
Note: Partendo al mattino presto si può trovare la parte iniziale della salita ancora all'ombra

La cresta più alta delle Apuane

Dei tanti obiettivi fissati per quest'anno, per ora il Pisanino è stato l'unico archiviato. Abbiamo aspettato, come ripromesso, il ritorno di Marco dal suo soggiorno francese ai piedi delle Alpi, per tornare - la quarta volta nell'arco di tre settimane, io - ai piedi delle Alpi Apuane. E non c'è montagna a cui calzi meglio la definizione "ai piedi di" quanto il Pisanino visto dal rifugio Val Serenaia.

Dal parcheggio del Campeggio val Serenaia si vede quasi tutto il versante da risalire

Appena attraversato il secchissimo Serchio di Gramolazzo comincia la salita, spietata, su per un pendio rigoglioso di erbe, profumi, insetti. Ci vogliono almeno 400 metri verticali perché il versante - solcato da tracce incerte - assuma le sembianze di una cresta, quella appunto della Bagola Bianca. Solo allora incominciamo a respirare un po' d'aria e a goderci la progressione su un terreno difficile e stimolante.


Il burrone a sinistra viene bypassato con traversi sul versante opposto, dove occorre stare attenti alla roccia non sempre affidabile... spesso i ciuffi di paleo si rivelano amici più robusti! Specialmente in un punto, dove la traccia punta decisamente a destra, bisogna proprio arrampicare (I grado?), con un'esposizione non trascurabile, legata soprattutto alla pendenza davvero notevole di questi prati.


Arrivati sopra la Bagola Bianca (di fatto l'anticima nord del Pisanino) la vista si spalanca sulla Garfagnana e il tratto finale di cresta che ci attende appare davvero arcigno. Con passo molto sicuro ci manteniamo fin dove possiamo sul filo del crinale, talvolta davvero sottile, poi verso la fine quando la pendenza aumenta procediamo leggermente sulla destra - lato val Serenaia - per poi sbucare ormai in cima.

Cresta nord


Il panorama è ampio in ogni direzione, grazie alla prominenza e alla posizione defilata verso nord rispetto alle altre Apuane. Scorci da brivido sugli intrichi di creste di Cavallo, Pizzo d'Uccello, Panie... tutte le cime più importanti si riconoscono, e peccato non ci sia nemmeno una giornata tersa! Il caldo si farà sentire durante la discesa, prima sul ripido Canale delle Rose, da cui sale la via normale, molto esposto alla caduta di sassi; poi sulla risalita verso Foce di Cardeto, preceduta dagli aerei traversi sotto il Pizzo Maggiore.

Il Pisanino da sud

Troviamo una foiba apuana piena di neve dove ci rinfreschiamo senza troppi complimenti, poi Francesco decide di andarsi a rinfrescare più a fondo al rifugio Orto di Donna, in ottima compagnia. Con Marco e Mario invece facciamo un salto al vicino passo della Focolaccia, più che altro per curiosare nella cava, nel bivacco Aronte, e rivedere in veste estiva il canal Cambron e le pareti vicine, percorse da vie interessanti.

La cava che si sta mangiando la cresta del Cavallo e quella della Tambura

Ci ritroviamo poi tutti insieme al rifugio, dove staremmo volentieri fino a sera innaffiandoci di birra... ma la vista di un cartello "Sagra della Trippa" a Querciola ci spinge di nuovo a valle, a vagare per le strade interne della Lunigiana in cerca di panciute paesane dietro i tavoli con la maglia bianca unta di trippa succulenta fuori stagione... ma alla fine non troveremo nessuna sagra, soltanto la trippa servita da toscanacci dispiaciuti di non poter seguire la finale di champions league.

Bivacco Aronte e Punta Carina

Nessun commento:

Posta un commento