lunedì 20 luglio 2015

Sentiero Poiesi, un'introduzione alle Piccole Dolomiti

Data uscita: 28  Giugno 2015
Punto di partenza: Rifugio Revolto (1355)
Punto più elevato: Sentiero delle Creste verso cima Carega (2100 circa)
Dislivello in salita: 750
Tempo totale di percorrenza: 4,5 ore
Grado di difficoltà: EEA. Tratti di via ferrata, passaggi non attrezzati un poco esposti
Punti d'appoggio: Rifugi Revolto, Pertica, Fraccaroli se si prosegue per Cima Carega
Periodo consigliato: Inizio estate e autunno
Note segnaletica: Buona, quasi impossibile sbagliare lungo il sentiero attrezzato.
Accesso stradale: Da Vago, lungo la SS11 fra Verona e Vicenza, si segue per Illasi, dunque si risale tutta la valle fino a Giazza e al rifugio Revolto, dove si può posteggiare. Numerose piazzole lungo la strada anche vari km prima dell'arrivo. Facile trovare traffico in estate.


Le prime montagne ad affacciarsi sulla pianura veneta sono le cosiddette Piccole Dolomiti: Cima Carega (2259), la più alta di tutte, fa da contraltare al Monte Baldo, sul versante opposto dell'Adige. Percorrendo la lunga valle d'Illasi, che dopo Giazza diventa val di Revolto, ci si addentra in un paesaggio dalle tinte via via più alpine, amato e frequentato dai veronesi.


Ci sorprende la quantità di auto parcheggiate lungo la strada: situazione assai diversa dal novembre 2013, quando in valle a ciaspolare c'eravamo in pratica soltanto noi e i rifugi erano tutti chiusi... tranne in Revolto, che invece questa domenica di inizio luglio curiosamente è l'unico a non essere aperto!


Il sentiero attrezzato Poiesi si imbocca dal rifugio Pertica (1573): attenzione a non confondersi con la ferrata Biasin, sulla parete sopra il rifugio, decisamente più difficile! Si segue inizialmente un sentiero in traverso, esposto ma largo e comunque attrezzato con il cavo, con bel panorama verso il Brenta e l'Adamello non poi così lontani.


Aggirato lo spigolo della montagna, le attrezzature terminano per attraversare un primo ghiaione, seguito da un passaggio attrezzato più sostenuto, in traverso, con pioli di ferro. Si attraversa dunque un secondo ghiaione (qualche passaggio esposto privo di cavo), poi il sentiero smette di traversare per risalire con decisione un costone erboso.


Si incontrano nuovi tratti di ferrata, ora più verticali, che richiedono talvolta di trazionarsi sul cavo. Arrampicare solo sulla roccia in questi casi è una tentazione da evitare: cadere in ferrata può avere facilmente conseguenze ben più gravi rispetto all'arrampicata libera, il cavo risulta un intralcio quando non un pericolo nella progressione, è messo lì per essere preso, non schivato! Ma sfortunatamente non riesco a togliermi questo pessimo vizio.


Dopo un panoramico intaglio, il sentiero scende di brutto, con gradini e il ritrovato cavo. Siamo passati in un nuovo vallone, e lo scenario si è fatto più severo, con abissi, ghiaioni e quei pinnacoli che solo la dolomia sa creare. Si vede ora il canalone percorso dal Poiesi per raggiungere il crinale, esposto a sud-ovest e dunque molto caldo nei pomeriggi estivi. Ora per fortuna c'è un po' coperto.


I passaggi attrezzati si fanno ora più lunghi e verticali, comunque sempre facilitati da comodi gradini infissi nella roccia. Superato un masso con il libro di vetta, ci avviciniamo sempre di più alle pareti che strozzano il canale, fino ad affrontarle direttamente con una bella ed esposta scalinata. A questo punto l'imbuto si va allargando, il cavo segue una facile crestina per poi ritrovare l'erba su un pendio ormai fuori dalle difficoltà.


Raggiungiamo una bella e panoramica forcella affacciata sul vallone di Malga Posta: se ci fosse sereno vedremmo anche la cresta che conduce a Cima Carega, oggi avvolta dalle nuvole. Comunque si è fatto tardi, abbiamo un'altra scusa per non salirci nemmeno stavolta! Il sentiero raggiunge comunque una cima (2070) lungo il crinale, dove si raccorda con il 108.


Due a questo punto le possibilità per scendere: o si prosegue 15 minuti verso il rifugio Fraccaroli per poi imboccare a destra il 108B, che scende alla sterrata 109 nei pressi di Malga Campobrun; oppure si prende direttamente il 108, che si getta a valle con ripidi tornantelli seguendo una sorta di canale ghiaioso fra i pini mughi, per poi traversare a lungo più comodamente, sempre nella boschiglia. Dopo una nuova lunga discesa si incrocia la medesima sterrata appena sopra il rifugio Pertica, dove si conclude l'anello.

Stelle alpine

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