venerdì 17 luglio 2015

Via del Chiodo Fisso ai Ghiaccioni, scuola di aderenza sulla placca appenninica

Data uscita: 21 Giugno 2015

Punto di partenza: Succiso Nuovo (980)

Durata: 7-8 ore: 1.15 avvicinamento, 3-4 la via, 0.40 la salita a Punta Buffanaro, 2 rientro

Dislivello in salita: 500 avvicinamento, 200 la via, 200 la salita a Punta Buffanaro

Grado di difficoltà: AD+, un passaggio di IV+, generalmente III poco proteggibile (e poco protetto!)

Chiodatura: A spit e qualche chiodo un po' vecchio, molto distanti. Può essere utile integrare con dadi e friend piccoli, specialmente negli ultimi tiri

Punti d'appoggio: Bar agriturismo a Succiso, Bivacco Ghiaccioni

Esposizione della via: Nord

Periodo consigliato: Estate e autunno

Accesso stradale: Raggiungere Succiso Nuovo dalla strada fra Ramiseto e il Passo del Lagastrello, parcheggiare nella parte alta del paese presso una fontana.

Note: Seguendo le scelte di alpinisti più esperti di me, ho riportato i gradi di difficoltà, prevalentemente III... personalmente ho affrontato vie di IV su roccia calcarea, ben protette a spit, ma questa salita mi ha fatto più impressione. Forse è tutta questione di aderenza e sollievo psicologico delle protezioni. Comunque il Chiodo Fisso non è una via da sottovalutare! Un chiodo piegato che abbiamo trovato sul secondo tiro lo dimostra...

La placca della via del Chiodo Fisso, sullo sfondo la valle del Liocca

Nel mio modesto CV appenninistico non poteva mancare una via come il Chiodo Fisso. Siamo in una delle più belle e selvagge valli del Parco Nazionale Tosco-Emiliano, fra l'Alpe di Succiso e i Groppi di Camporaghena. La via risale un sistema di placche affacciate sulla conca dei Ghiaccioni (1400), e permette un'ascensione alpinistica sull'imponente Punta Buffanaro.

Sul crinale dei Groppi di Camporaghena

Con Mario ci portiamo alla base delle placche risalendo brevemente una pietraia su deboli tracce; meno brevemente troviamo l'attacco, tutto sulla sinistra, non lontano da un timidissimo ometto di pietra e un alberello. Il primo tiro sale senza percorso obbligato le facili placche, il primo chiodo è dopo 20 metri su uno sperone... poco più su in corrispondenza di un passaggio più delicato c'è anche uno spit. 40 metri di tiro, due rinvii... non siamo certo in un ambiente da falesisti!

Cercando l'attacco alla base della placca

Dopo la sosta si risale puntando a sinistra una fascia erbosa, fino alla base del secondo tiro (spit in sosta). La placca si fa più verticale, l'arrampicata più delicata su piccole tacchette e qualche passaggio in aderenza (III+). Le protezioni sono sempre piuttosto parche: riusciamo a piazzare un paio di friend ma la roccia si presenta come una superficie uniforme senza comode fessure né tanto meno spuncioni.

Secondo tiro

Con il terzo tiro traversiamo verso destra, mantenendoci sempre a una certa distanza dalla spaccatura leggermente strapiombante che interrompe la placca. Dopo la sosta attraversiamo un nuovo pendio erboso, verso destra e in leggera salita: il quarto tiro attacca su un pilastro sull'immediata destra del canale erboso (la sosta è nascosta dietro un masso, si vede soltanto da vicino).

Terzo tiro

A Mario tocca questo tiro chiave, più difficile rispetto agli altri ma meglio protetto... abbiamo addirittura 3 spit e un chiodo qui! Il primo tratto del tiro è più in piedi rispetto agli altri, con delicati movimenti di aderenza (IV+); la seconda parte è sempre su placca liscia e segue alcune belle fessure puntando leggermente a sinistra fino alla sosta.

Quarto tiro

La lunghezza seguente, la quinta (non ho contato i tratti erbosi come tiri), è una nuova lunga cavalcata su placca (III+), seguendo il percorso che più aggrada nella speranza di trovare uno spit o qualche fessura buona... ora la roccia va diventando gradinata e si scova qualcosina in più rispetto a prima. Salire sapendo di avere 10/15 metri di corda sotto il sedere, collegata solo alla sosta, sembra metterti la colla sotto le scarpette... E' un buon allenamento per lo stomaco!

Quinto tiro

Sesto tiro per Mario, oggi i più belli li ha fatti lui. Difficoltà sempre sul III, gradoni di roccia a cui segue una spettacolare uscita sul filo di cresta; un paio di spit ma diverse fessure buone per integrare. La cresta di fatto non è che il bordo superiore della placconata, che va a terminare nell'ampio pendio di mirtilli a nord-est di Punta Buffanaro. L'ultimo tiro ha giusto un passaggio di arrampicata all'inizio (II, spit), su roccia delicata, poi è di fatto una cresta facile. Possibile fare sosta su alberelli o spuncioni dopo circa 40 metri.

Uscita in cresta del sesto tiro

La giornata è bella e proseguiamo sulla ripida e faticosa costa di mirtilli fino a incrociare il sentiero 00 di crinale, poco prima dell'inizio della rampa finale per la panoramica cima (1874). Scendiamo dal versante opposto, con tratti abbastanza ripidi ed esposti... qui lo 00 è un po' più cattivo di quanto non sia fra Marmagna e Orsaro!

Lo 00 poco prima della vetta

Appena sotto all'inizio di un tratto attrezzato prendiamo a destra il 657a, che attraverso una pietraia e un bosco ci porta nei pressi del Rifugio Città di Sarzana. All'unico bivio imbocchiamo a destra il ripidissimo 659 e in breve siamo di nuovo ai Ghiaccioni. Lungo rientro a Succiso Nuovo che sembra sempre dietro la curva ma non arriva mai!

Punta Buffanaro

Nessun commento:

Posta un commento