giovedì 14 gennaio 2016

Monte Cusna: anello invernale da Febbio per il Passone

Lo chiamano il Gigante... e con buone ragioni. Non ci sono montagne tanto grandi, dall'Umbria alla Liguria; e soltanto una è più alta, seppure di poco: il vicino Cimone. Il Cusna si riconosce bene dalla pianura per il suo profilo lungo e schiacciato, e domina tutto il medio Appennino reggiano con la sua mole: bianca per sei mesi, nelle annate migliori.

La madonnina in vetta al Cusna

Col nome Cusna sulle cartine si trova indicata la cima più alta di una lunga dorsale, per gran parte sul filo dei 2000 metri, che va dal Passone al Passo della Cisa; essa si può considerare come un unico blocco, delimitato a nord dalla valle dell'Ozola e a sud dalla val d'Asta. Conviene includere anche i vicini monti Ravino e Vallestrina nel "grande Cusna", lambito dunque a nord est da una terza valle: quella del Dolo.

Cresta sud-est del Cusna

Sono moltissimi i sentieri che si snodano fra i boschi e sui prati del Gigante, montagna dall'aspetto arrotondato nella quale comunque non mancano spunti più ripidi. L'itinerario descritto consente di cavalcare tutto il dorso della massiccio, raggiungendone la vetta con un'impennata finale; facile trovare ghiaccio lungo il crinale, mentre nei valloni sottostanti occorre prestare attenzione al pericolo valanghe: proprio sotto il Passone nel novembre 2010 ci furono due vittime.

Sculture di roccia e ghiaccio in cresta

Data uscita: 6 Gennaio 2016
Punto di partenza: Rescadore, 1150
Punto più elevato: Monte Cusna, 2121
Dislivello in salita: 1000
Tempo totale di percorrenza: 5/6 ore
Grado di difficoltà: F+
Punti d'appoggio: Nessuno (il rifugio Emilia 2000 sul crinale, presso l'arrivo della seggiovia, è chiuso)
Periodo consigliato: inverno/inizio primavera
Note segnaletica: Ottima Cai su tutto il percorso
Accesso stradale: Da Febbio, seguire le indicazioni per gli impianti (Febbio 2000) e parcheggiare presso la partenza della seggiovia (località Rescadore).

Segnaletica al Passone

Seguire la strada asfaltata che prosegue lasciandosi a destra le piste da sci (segnavia 615, direzione Pian Vallese). Poco oltre un sentiero sale a destra nel bosco, tagliando i tornanti della sterrata, e arriva fino alla radura di Pian Vallese (1300): qui si trova un rifugio/agriturismo aperto in estate. Da qui in avanti il sentiero comincia a guadagnare quota più in fretta, lasciandosi a destra una torbiera.

Pian Vallese

Attorno a quota 1500 i faggi si diradano, e superato un torrentello ci ritroviamo in fondo all'ampia conca sotto il Passone. Il sentiero segue un lungo dosso erboso, per poi piegare a sinistra in traverso; questo può essere evitato continuando a salire sul costone con qualche roccetta (più ripido ma sicuro dopo forti nevicate).

Fosso sotto il Passone

Ci ritroviamo dunque al Passone, dove abbandoniamo il 615 che scende al vicino rifugio Battisti per piegare decisamente a destra lungo l'ampio crinale: inutile scendere fino al bivio col sentiero Cai 697, nel quale ci si reimmette naturalmente poco oltre. In questa porzione d'itinerario orientarsi può non essere facile con la nebbia, visti i pochi punti di riferimento e il terreno pianeggiante.

Da qualche parte fra il Passone e la Piella

Avanzando verso la Piella, la linea spartiacque si fa meglio definita, con grandi lingue di neve formate dal vento che qui non ha ostacoli. Una facile rampa sassosa conduce sulla quota della Piella (2079), dalla quale si raggiunge brevemente l'arrivo della vecchia seggiovia che sale da Febbio, la più alta dell'Emilia Romagna. Qui si trova anche un rifugio, da tempo chiuso e non utilizzabile come riparo di fortuna.

La seggiovia 2000 di Febbio, raramente in funzione

Si prosegue lungo il crinale, superando la caratteristica crestina rocciosa del Sasso del Morto (2079), che il sentiero aggira in traverso da destra. Dopo un saliscendi eccoci alla base della piramide sommitale del Cusna: il sentiero diretto è segnato per escursionisti esperti, e segue la cresta sud-est: breve ma ripida, presenta passaggi fra roccette dove i ramponi sono d'obbligo ed è meglio non scivolare.

Parte centrale della cresta sud-est

Se la neve è sicura, si può scegliere di aggirare la cresta con un traverso sotto il versante nord-est, ritrovandosi sul costone percorso dalla via normale di salita da Febbio (che percorreremo in discesa). Dalla vetta il panorama si apre verso ovest, con l'Alpe di Succiso e l'Appennino parmense; se l'aria è limpida si possono ammirare tutte le Alpi di confine e la Corsica.

La vetta del Cusna

Per la discesa si segue inizialmente la cresta ovest, per poi scendere a destra con il sentiero 619; in corrispondenza di un netto dosso, occorre girare di nuovo a destra sul 617, che scende nello spettacolare vallone della Borra; prima che questo si faccia più stretto e ripido, il sentiero si sposta a nord su pendii più dolci, per poi raggiunge e guadare il torrentello presso l'inizio del bosco, lasciandolo alla propria sinistra.

Tracce nel vallone della Borra

Dopo questo tratto di bosco, arriviamo abbastanza vicini agli impianti e alle piste di Febbio, ma il sentiero piega nuovamente verso nord, guadando ancora una volta il fosso e scendendo in un bel bosco con scorci panoramici. Su pendenze sempre dolci, si raggiunge il sentiero 609, che collega Monte Orsaro a Rescadore, e lo si imbocca a destra; in breve, su terreno pressoché pianeggiante, ci troviamo di nuovo presso la partenza degli impianti.

Contrasti: i boschi del Cusna innevati e il monte Prampa pulito

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