lunedì 5 dicembre 2016

Pizzo Arera, cresta est. Anello invernale su una bella cima orobica

Il Pizzo Arera spicca tra le valli Brembana e Seriana, nel cuore delle Alpi Orobie. Vicino alla pianura, dalla quale è ben riconoscibile nelle giornate serene, è una cima isolata e panoramica, molto frequentata dai bergamaschi: complice il rifugio Capanna 2000, accogliente e quasi sempre aperto, e una strada asfaltata che sale oltre i 1500 metri: vero lusso per le Orobie, e infatti lo si paga!

La nord del Pizzo Arera e le Orobie
 
L'itinerario suggerito è una breve ma completa traversata che permette di affacciarsi sul versante nord dell'Arera, decisamente più aggressivo rispetto a quello sud, da cui si sale; è consigliabile percorrere la cresta quando è totalmente innevata, per godersi lo spettacolo delle grandi cornici sporgenti. La discesa dalla normale richiede un po' d'attenzione nel superamento di un canalino attrezzato, per il resto è abbastanza facile. Con pericolo valanghe alto meglio andare altrove (tutto il versante sud è piuttosto a rischio).

Croce di vetta ghiacciata!

Data uscita:  4 Dicembre 2016
Punto di partenza: Parcheggio Plassa di Zambla, sopra il rifugio Saba (1600)
Punto più elevato: Pizzo Arera (2512)
Dislivello in salita: 1000 m scarsi
Tempo totale di percorrenza: 4/5 ore a seconda delle condizioni
Grado di difficoltà: F
Punti d'appoggio: Rifugio Capanna 2000 (quasi sempre aperto)
Periodo consigliato: Da inverno a primavera inoltrata
Note segnaletica: Sentieri di avvicinamento stranamente poco battuti e con segnavia molto vecchi. Qualche bollo e ometto sulla cresta; la discesa invece è segnalatissima.
Accesso stradale: Raggiungere Zambla Alta (meglio salire dalla val Seriana, meno trafficata della val Brembana), dunque seguire le indicazioni per il monte Arera. Presso alcuni orribili caseggiati, prendere la strada in ripida salita (via Monte Arera); se si vuole lasciare l'auto al parcheggio a 1600 metri, occorre pagare in anticipo alla sbarra (4 euro giornaliero) e lasciare il biglietto esposto in auto - attenzione, su non c'è un'altra macchinetta e lungo tutta la strada vige il divieto di sosta! In alternativa sono circa 30 minuti a piedi su asfalto.

Vista del Pizzo Arera da Zambla Alta con schizzo dell'itinerario

Itinerario:
Dal parcheggio seguire la sterrata che passa vicino ai ruderi dei dismessi impianti di risalita; dopo un paio di tornanti, sulla destra si stacca il sentiero 222/237, che compie un lungo traverso sul versante sud dell'Arera. A un primo bivio si prosegue verso Cima Grem (sentiero 237) fino a raggiungere il fondo di una valletta (45 minuti dall'auto).

Pizzo Arera da sud est

Qui a seconda dell'innevamento conviene tagliare a sinistra in salita e raggiungere per tracce (segnavia 244, sentiero quasi inesistente) la Forcola di Valmora (1996); in alternativa si prosegue sul sentiero principale, che poco oltre sbuca nel piccolo altopiano di Baita Camplano (1826). Da qui si imbocca a sinistra la valletta che sale da Baita Valmora, e per tracce più o meno marcate si raggiunge da destra l'omonima forcella, da cui inizia la cresta est.

Sopra Baita Camplano

La prima parte è semplice, ma offre già scorci vertiginosi sulla parete nord. Appena la cresta si restringe, si incontra un primo salto di rocce, che io ho trovato ancora sgombro dalla neve: affrontato direttamente oppone passaggi di I grado, ma si può aggirare da sinistra. Forse è il passaggio più esposto della salita.

Primo tratto di roccette

La cresta diventa poi un largo e comodo costone sui 30°, che consente di guadagnare velocemente quota: io ho iniziato a trovare neve continua da qui in poi. Dopo un centinaio di metri la cresta si restringe di nuovo e un tratto un po' più ripido porta in vetta alla quota 2420. Finalmente compare la vetta dell'Arera, e inizia il tratto di cresta più spettacolare.


Cornici in cresta

Si scende seguendo il filo senza esporsi troppo sulle cornici, per poi risalire su pendenza via via maggiore (uscita sui 40°) fino all'antecima, caratterizzata da una brutta antenna. Un ultimo facile tratto accompagna alla croce di vetta, con vista grandiosa sui canali che sprofondano a nord e tutta la catena orobica... anche molto più lontano se siete fortunati e la giornata è tersa!

Vista della quota 2420 dall'anticima
 
Per scendere si segue la via normale, solitamente battuta, che all'inizio costeggia la cresta in direzione opposta, poi poco dopo scende decisamente a sinistra (30°), puntando a un canalino; una strozzatura ripida si supera con l'ausilio del cavo e qualche piolo di ferro. Poco dopo si risale dalla parte opposta (continuando a scendere si entrerebbe nel canalino sud, salita invernale, PD-) uscendo sul lungo, facile crestone sud-ovest, che con pendenza costante sotto i 30° scende dritto al rifugio Capanna 2000.

Il passaggio attrezzato della via normale alla fine del canalino sud
 
Consigliata la sosta al rifugio, piatti buoni e cameriera graziosa! Seguendo la strada sterrata oppure il sentiero che la taglia per i prati, in 30 minuti si torna al parcheggio. Gita tranquilla, in ambiente un po' antropizzato ma che diventa via via più severo salendo; adatta a inizio stagione e perfetta quando c'è neve soltanto dai 2000 metri in su. Si può tranquillamente affrontare in mezza giornata.


Rifugio Capanna 2000 e Monte Alben

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